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La chiesa parrocchiale di Novi di Modena è dedicata a San Michele Arcangelo e si erge quasi isolata a levante del centro abitato, in uno dei punti più elevati e ricchi di verde del nostro capoluogo.
L'attuale struttura risale alla metà del 1600 ed è il risultato di un integrale rifacimento di una quattrocentesca e cadente chiesa, a sua volta edificata su una preesistente pieve romanica dedicata a Santa Maria Maddalena; anche quest'ultima, a sua volta, risulta essere il rifacimento di un'antecedente pieve preromanica, citata per la prima volta nell'anno 980 ma risalente - secondo la Sovrintendenza - al terzo quarto del VI secolo (cioè tra il 550 e il 575).
Le testimonianze di questa quadruplice evoluzione architettonica della nostra chiesa sono ben conservate e visitabili nella zona degli scavi archeologici effettuati nell'area absidale nel 1993, nel corso di un complessivo restauro pittorico e del rifacimento della pavimentazione.
E' stato proprio nell'operare sul vecchio pavimento che sono venuti alla luce prima i basamenti di altari della chiesa quattrocentesca, poi i resti della fondazione semicircolare della pieve romanica e da ultimo la fondazione poligonale preromanica (che raggiunge la profondità di m. 3,28).
La tecnica costruttiva delle due antiche pievi è caratterizzata dal costante riutilizzo di materiale romano, probabilmente ricavato da una vicina villa o da altri edifici romani esistenti nella zona e datati dal primo al sesto secolo d.C.
Della pieve romanica, riferibile al XII secolo, resta inoltre un prezioso elemento storico-artistico: una lastra marmorea (cm 115 per 170, nella terza cappella a destra) col bassorilievo del Cristo benedicente e i simboli dei 4 evangelisti, da sempre ritenuta un'eccellente opera di scultura campionese della fine del XII secolo.
Da ricerche archivistiche risulta inoltre che il suddetto bassorilievo è stato scolpito sul retro di una lapide facente parte di un sarcofago romano del primo secolo d.C.

Ritornando alla chiesa attuale, si elencano alcuni elementi architettonico-artistici di rilievo:


La facciata.
Opera di fine '700 dell'architetto Giovanni Costa di Mirandola.

 

 


L'altare maggiore
E' opera settecentesca, realizzata in buona scagliola, in stile tardo barocco.



Il bassorilievo del XII secolo.

Scultura romanica su lastra di arenaria, cm. 170 x 115.
Rappresenta il Cristo benedicente, raffigurato entro l'ogiva, attorniato dalle figure simboliche dei quattro evangelisti. Si può ritenere fosse il pluteo centrale dell'ambone della riscoperta Pieve romanica.

 

 

L'altare del Crocifisso
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E' sicuramente l'altare di maggior valore della chiesa di Novi per la ricercatezza dei marmi, la classica eleganza del disegno e l'esecuzione scultorea d'alta scuola. Pur nel suo contenuto sviluppo architettonico (era destinato ad una cappella privata della casa Cybo-Malaspina-Este) denota tutte le caratteristiche della migliore scuola carrarese (dove è stato commissionato intorno alla metà del 1700). Un ulteriore pregio tecnico è dato dall'utilizzo di grandi blocchi marmorei, evidenziato dall'esiguità di congiunzioni angolari, e dalla ricchezza di tarsie, specialmente nel raffinato tabernacolo.
E' stato installato nella nostra chiesa nel 1813.



L'organo e la cantoria.
L'attuale organo è un "Serassi" di Bergamo, costruito nel 1851 col numero 605 per la marchesa Paola Dalla Rosa e installato nella sua cappella privata a Collecchio di Parma.
Fu acquistato dalla parrocchia di Novi nel 1923, aggiungendo all'originale Serassi un ordine di violini e due ordini di bordone alto e basso. Oltre a questi registri venne utilizzato il "flauto" ricavato dal precedente vecchio organo. Quest'ultimo, costruito dal bresciano Graziadei Antegnati nel 1643, era posizionato tra l'altare maggiore e la cappella del Crocifisso.
Il pregio dell'attuale organo Serassi consiste soprattutto nei quattro registri di "ripieno", che forniscono
qualità timbriche e sonorità di notevole rilievo.
La cantoria è opera del 1848 dello scagliolista Giovanni Bolognesi.

 

  • L'altare della Madonna del Rosario. Ha l'ancona interamente in scagliola, opera di fine '800 di Stefano Diacci.
  • Cappelle laterali e abside. Le otto cappelle laterali sono state edificate e affrescate a fine '800; l'abside dell'altare maggiore è stato elevato di circa 4 metri ed affrescato nel 1897.
  • Gli scavi archeologici. Sono conservati e visitabili tutti i reperti preromanici, romanici e medievali.
  • Le navate laterali e le lunette centrali. Nel 1923 i fratelli Mazelli di Carpi hanno completato le due navate laterali e le otto lunette della navata centrale, con richiami allo stile "Liberty".
  • Tele di rilievo. San Michele (altare maggiore), San Sebastiano (3° cappella sx.) e Sant'Antonio (1° cappella dx.):
    opere discrete, attribuibili al XVIII secolo - Sant'Antonio Abate, San Luigi, San Francesco (sacrestia): buone tele del '6/70
  • I due paliotti. Sono quanto rimane dei cinque paliotti della rifatta chiesa secentesca e attribuibili allo scagliolista carpigiano Giovan Marco Barzelli.
  • Il campanile. Eretto a iniziare dal 1658 e dotato inizialmente di due campane, è alto 40 metri e ospita ora cinque campane comandate elettronicamente.