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Piccole Figlie dei SS. Cuori
di Gesù e Maria

La presenza delle suore “Piccole Figlie” nella comunità di Novi ha avuto un periodo di oltre ottant’anni di permanenza continua: le prime suore della Congregazione di Parma vennero a Novi nell’anno 1927.
La loro presenza era essenziale per la gestione della Casa di riposo di quel tempo e, in un secondo momento, venne affidata a loro anche la gestione della Scuola materna Comunale.
Nei decenni del dopoguerra, mentre in altre parrocchie sorsero gli asili a gestione parrocchiale, nel contesto di Novi le suore continuarono la loro azione educatrice nell’asilo comunale.
Negli anni settanta però cominciarono le difficoltà nel rapporto con l’Amministrazione comunale. Gli anni della contestazione - il famoso decennio 1968/78 - vide a livello nazionale il sorgere di nuove teorie educative all’insegna di una malintesa libertà di espressione e di educazione. La presenza delle suore finiva per creare qualche problema all’Amministrazione comunale, che, assecondando coloro che ne volevano l’allontanamento, pian piano crearono un clima di insofferenza nei loro confronti.

 
L'ultima comunità di Novi: suor Anselmina Bianchi, suor Angela Spadari (superiora), suor Giuseppina Ferrari.
In quegli anni il Comune provvide alla costruzione di una nuova
scuola materna con annesso un asilo nido. Le famiglie venivano così sollecitate a iscrivere i loro bambini nella nuova scuola, mentre le suore continuavano a venire mal sopportate nella vecchia scuola materna, fino a che il Comune decise di rompere la convenzione con la Congregazione. Le suore erano praticamente sfrattate e avrebbero così dovuto interrompere la loro presenza a Novi...
Il parroco del tempo, mons. Alvarez Grandi, non sopportando che nei confronti delle suore venissero usati metodi di isolamento e di emarginazione, cominciò a pensare a una scuola materna parrocchiale. E, pur tra mille difficoltà, con la sua tenacia e caparbietà riuscì a creare un Centro giovanile femminile, pensando nel contempo di ricavare nello stesso uno spazio per una piccola Scuola Materna Parrocchiale. Eravamo nel 1985. Si cominciò con una sola sezione, ottenendo l’adesione e il sostegno di un gruppo di famiglie ben convinte e radicate nell’ambito parrocchiale. Dopo i primi passi la scuola crebbe e si fece la seconda sezione, raggiungendo quel numero di cinquanta e più bambini che tuttora la scuola mantiene stabilmente.
Nel 2013 la scarsità delle vocazioni nella Congregazione delle Piccole Figlie ha determinato la dolorosa decisione di non poter mantenere la loro presenza nella nostra comunità. Le abbiamo salutate mercoledì 7 agosto 2013.
Le suore che nel tempo si sono succedute sono state tante e tutte bravissime.



  Un po' di storia: la Congregazione è sorta in Parma il 14 aprile 1865.
Tutto è avvenuto all'insegna del silenzio e del nascondimento, nella logica del "chicco di grano" (gv 12,24), in piena sintonia con lo spirito liturgico di quel giorno: era venerdì santo.
Don Agostino Chieppi, piacentino di origine ma provvidenzialmente "trapiantato" a Parma nel 1860, all'età di 30 anni, fu profondamente scosso dalla povertà e dalla miseria che si abbattevano sulla città, da poco eletta a sua sede. Il suo animo sacerdotale, ricolmo dell'infinita tenerezza di Cristo verso gli uomini che quotidianamente attingeva con la meditazione delle divine Scritture e nella preghiera - non regge a tale spettacolo. Ciò che più lo affligge è vedere tanta gioventù femminile "orfana ed abbandonata, vittima e dell'ignoranza propria e della cattiveria altrui". Cosa fare? Come fare?
L'incontro con una giovane Parmense, Anna Micheli, ricca della sua stessa arditezza di desideri, appaga l'imperiosa legge d'amore che gli brucia dentro. L'amore di Cristo deve camminare sulle vie degli uomini e ricostruirne la dignità. "La gloria di Dio e l'uomo vivente!". Con Anna e quattro sue amiche, viene posta la prima pietra dell'Istituto a servizio dei poveri, impegnato a promuovere la cultura della "verità e dell'amore". La sorgente è quella che caratterizza la grande corrente di spiritualità cristiana, da venti secoli: Gesù, il Verbo fatto carne, il suo Vangelo!
Ma la sottolineatura di Don Agostino è decisamente posta sugli aspetti di "abbassamento, umiliazione, piccolezza, privazione e sofferenza del figlio di Dio fatto uomo per la salvezza dell'umanità (regola di vita n. 2). Dio si fa uomo! "Adoriamo questo sublime mistero e rendiamogli grazie perenni!". Dio assume la nostra povertà: si "fa obbediente fino alla morte e alla morte di croce" (cfr. Fil 2,1-8); ci ama fino all'annientamento eucaristico. La via è segnata: amare e donarsi come Gesù, nello spirito di Gesù, guardando a Colei che ne fu "il Santuario purissimo" e "la discepola fedele".